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Meduza

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coreografia e scenografia
Marie Gourdain

Performer
Sabina Bočková, Florent Golfier, Marek Menšík, Jaro Ondruš, Matthew Rogers

Con il contributo del
Centro Ceco Roma

Debutto nazionale

POSTICIPATO 

Meduza è come un dipinto rappresentato in scena, che ci invita ad allentare i nostri legami e a mettere in discussione i confini – tra vita e morte, speranza e disperazione, bianco e nero. I confini su cui ci teniamo in equilibrio, espressioni di quei momenti fragili che possono capovolgere la nostra vita. Influenzata dal suo background nelle arti visive, l'approccio unico della coreografa Marie Gourdain la porta a mettere in movimento un'immagine fissa. Ispirata come punto di partenza dal dipinto La zattera della Medusa di Théodore Géricault, è riuscita a creare un collage che riflette la sua percezione del mondo di oggi. L'esplorazione dei confini si manifesta anche attraverso il contrasto in scena tra quattro semplici tavole geometriche e la loro manipolazione funzionale con i corpi “figurativi” e i movimenti espressivi dei cinque danzatori che li manipolano.

 

"Sento che la deriva sull'oceano è una metafora dell'esistenza della società contemporanea. Credo che il sistema politico stia andando verso un cambiamento fondamentale. Tutti noi sentiamo che qualcosa non funziona, ma non sappiamo ancora in quale direzione dobbiamo girare, non abbiamo la risposta al nostro problema, ma stiamo gradualmente abbandonando i punti di riferimento del passato. Un tempo che può essere personificato dall'antica figura di Medusa: simbolo del caos e della rottura di tutte le forme. Ci terrorizza quando urla, ci pietrifica con il suo sguardo, può essere una donna o un uomo, è mortale ma è un mostro, è difficile definirla perché cambia a ogni istante. Tutto cambia rapidamente al giorno d'oggi e ci ritroviamo in quella mutazione, in quella transizione".

Marie Gourdain

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